Genio e sregolatezza è questo il modo migliore per descrivere la personalità di uno dei più grandi pittori italiani. Michelangelo Merisi, nacque a Caravaggio nel 1571 e fin da bambino sviluppò una grande passione per l’arte, tanto che la madre decise di appoggiarlo mandandolo in apprendistato da Simone Peterzano a Milano. All’età di vent’anni Michelangelo partirà per Roma, qui inizialmente troverà occupazione in una bottega dove verrà pagato per realizzare delle figure di sfondo. In quest’occasione potrà perfezionare la sua tecnica pittorica, al punto che diventerà molto preciso nella realizzazione delle nature morte. A questo periodo risalgono le sue prime opere, fra cui: Fanciullo con canestro di frutta (1593-1594, olio su tela, 74x78cm, Galleria Borghese, Roma) e Bacchino malato (1596-1597, olio su tela, 67x53cm, Galleria Borghese, Roma).
Già in queste primi lavori sarà evidente l’importanza che Caravaggio attribuisce alla realtà, ritraendola così com’è e sopratutto senza il bisogno di idealizzarla. Questi dipinti gli permetteranno di essere notato dai grandi mecenati romani e in particolare dal Cardinale Del Monte, che da subito lo accoglierà nella sua “famiglia” e gli commissionerà svariate tele a tema musicale. In breve tempo la sua fama crescerà , tanto che riuscirà ad ottenere il suo primo incarico importante: si tratta di tre dipinti dedicati a San Matteo, i quali andranno inseriti nella cappella intitolata a San Luigi dei Francesi.

Il successo del Merisi si estenderà sempre di più al punto che tra i nobili e ricchi romani diventerà una vera e propria moda possedere un Caravaggio originale. Di pari passo alla sua popolarità anche le querele nei suoi confronti continueranno ad aumentare, infatti sarà spesso accusato per aggressioni e violenza e nel 1606 durante una rissa colpirà mortalmente un suo rivale, questo lo costringerà a fuggire dalla città eterna. Gli ultimi anni della sua vita si divideranno tra Napoli, Malta, Siracusa e Messina. A Napoli tra il 1609 e il 1610 realizzerà Davide con la testa di Golia (olio su tela, 125x100cm, Galleria Borghese, Roma) e come in molti altri casi il quadro contiene un suo autoritratto, in questa occasione però non si tratta di un personaggio secondario, ma proprio della testa sanguinante di Golia, che Davide regge per i capelli. Senza dubbio questa rappresentazione di sé esprime il dolore e la sofferenza che l’artista stava attraversando.
