Guernica: il grande capolavoro di Picasso

Quando si parla di Guernica (Pablo Picasso, 1937, olio su tela, 349,3×776,6cm, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid) viene subito in mente un curioso aneddoto: si narra che, durante l’elaborazione del dipinto, delle SS tedesche abbiano fatto irruzione nell’atelier di Picasso e non appena videro uno studio preparatorio del dipinto gli chiesero se fosse stato lui a realizzarlo, l’artista spagnolo senza esitazioni rispose che non era opera sua, ma che al contrario gli artefici di tutto questo erano stati proprio loro.

In occasione dell’esposizione internazionale di Parigi, all’inizio del 1937, fu commissionata a Picasso un’opera da una delegazione di rappresentanti della Repubblica Spagnola. La manifestazione avrebbe dovuto iniziare a fine maggio, quindi Picasso si mise subito al lavoro e in brevissimo tempo realizzò due tavole incise, che intitolò Sogni e menzogne di Franco I e II (1937, incisioni, acquatinta e puntasecca su rame, 17×42,2cm e 18×42,2cm, The Metropolitan Museum of Art, New York).

Il 26 aprile dello stesso anno Franco, con l’aiuto di aerei italiani e tedeschi, rase al suolo la cittadina basca di Guernica. Questo tragico avvenimento colpì profondamente Picasso al punto che non ebbe un momento di esitazione quando dovette scegliere il soggetto del suo quadro. Iniziò da subito a dedicare tutto il suo tempo alla preparazione di quest’opera, tanto che prima di realizzarla su grande scala disegnò moltissimi schizzi preparatori.  Dalla sesta bozza si comincia a individuare la composizione finale, ma solamente con la numero quindici Picasso riuscirà ad ottenere un progetto che realmente lo soddisfa. L’elaborazione di Guernica fu documentata dalle fotografie di Dora Maar, amante del pittore in quel periodo. Il lavoro della Maar, oltre ad essere un’importante testimonianza, ci permette di comprendere l’evoluzione del quadro, compresi i dubbi e le incertezze del suo autore.

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Nei primi giorni di giugno Picasso consegnò l’opera, quest’ultima prese subito posto nel padiglione spagnolo, accanto ad alcuni dipinti di Mirò e ad una scultura di Calder. Dopo aver girato tutta Europa, nel 1939 Guernica venne spedita per ordine del suo stesso autore negli Stati Uniti e una volta arrivata a destinazione fu custodita nel Museo d’Arte Moderna di New York. Solamente nel 1982 il dipinto tornò in patria e in questo momento si può ammirare al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. Il capolavoro è interamente realizzato in una scala di grigi e le sue dimensioni sono veramente impressionanti. Tutti gli elementi compositivi creano un fortissimo pathos, infatti passando in rassegna i volti dei vari personaggi si può cogliere tutto il dolore che si racchiude in una tragedia così cruenta. I veri protagonisti dell’opera sembrano però il toro e il cavallo, a causa del loro diretto collegamento con la cultura spagnola, ma grazie anche ai loro caratteri storici e mitologici. Entrambi hanno dei significati ambigui e nell’opera sono evidentemente umanizzati, tanto che anch’essi ci appaiono in preda alla disperazione e alla sofferenza. Per tutti questi motivi risulta veramente difficile rimanere indifferenti davanti a Guernica e non è un caso se Jackson Pollock la prima volta che la vide dichiarò di esserne rimasto profondamente scioccato, tanto che si trovò costretto ad uscire dalla galleria, prima di riuscire ad affrontarla di nuovo.

Guernica dettaglio

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