“La semplicità è la cosa più complicata del mondo”. Così diceva Vico Magistretti, designer e architetto italiano, stimato in tutto il mondo grazie alle sue creazioni iconiche e senza tempo. Ludovico, detto Vico, nasce a Milano nel 1920 e trascorre la sua infanzia a giocare nello studio del padre, anch’egli architetto. Più avanti intraprenderà la formazione classica, al liceo Parini e all’età di diciannove anni si iscriverà ad architettura presso il politecnico di Milano, ma a causa della guerra sarà costretto a proseguire i suoi studi in Svizzera, a Losanna, e solo nel ’45 potrà rientrare in Italia ed ottenere la laurea. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta realizzerà i suoi primi lavori in ambito architettonico: edifici dai tratti moderni, ma impreziositi da dettagli tradizionali e locali. Successivamente, nei primi anni Sessanta, è chiamato a progettare le strutture del Golf Club di Carimate e proprio in questa occasione creerà il suo primo oggetto: la sedia Carimate, prodotta da Cassina con materiali tradizionali, ma caratterizzata da una forma semplice ed innovativa.
Carimate è solo l’inizio, dopo di essa Magistretti collaborò con svariati marchi d’arredamento, tra i quali appunto Cassina, ma anche Artemide, Oluce, De Padova, Kartell e Schiffini, dando vita, in cinquant’anni di carriera, all’incirca a trecento progetti e ottenendo ben quattro “Compassi d’Oro”. Il primo di questi arrivò nel ’67 con la lampada da notte Eclisse (Artemide), composta da due sfere posizionate l’una dentro l’altra, in modo che muovendo quella interna si abbia la possibilità di modificarne l’intensità luminosa. Eclisse è senza dubbio l’oggetto simbolo della produzione magistrettiana proprio perché rappresenta al meglio le idee di “concept design” e semplicità tanto care al maestro.
Con Maralunga (Cassina), un divano dall’aspetto accogliente e famigliare, ma caratterizzato da uno schienale reclinabile, grazie alla catena di bicicletta contenuta al suo interno, ottiene il secondo Compasso nel ’79, ma non è l’unico in quell’anno, poiché ne riceverà un secondo grazie alla lampada Atollo (Oluce). Dall’amicizia con Angelo Verderi, direttore di Oluce, nasceranno quindici lampade dotate di un’eleganza e una finezza particolare, grazie alla loro purezza geometrica.
Un’altra collaborazione da ricordare è quella con Maddalena De Padova, dalla quale scaturiranno svariati prodotti-icona, come ad esempio la sedia Silver realizzata in plastica e alluminio ed ispirata alle classiche sedie in vimini. Negli anni ’90 Magistretti viene contattato dalla Kartell, azienda che lo interessava per l’uso particolarmente creativo della plastica e per la produzione su vasta scala. Per quest’ultima creerà Maui (1996) la prima sedia con una seduta interamente in plastica, senza nessun tipo di rinforzo in qualsiasi altro materiale. Magistretti, da designer, non rivisita solo i più comuni oggetti d’arredo, ma anche gli ambienti domestici, e in questo contesto si può parlare del suo lavoro con Schiffini. Insieme a questo marchio reinventa il ruolo della cucina: da semplice luogo di lavoro diventa il vero e proprio cuore dell’abitazione. Pur tenendo a mente questo obbiettivo non lascia da parte il suo spirito innovatore e progetta, tra le tante, “Cinque Terre” realizzata totalmente in alluminio e “Soviore” che, grazie agli ampi cassettoni estraibili, riorganizza lo spazio in modo nuovo. Vico Magistretti, grazie alla sua attenzione per i materiali e alla sua ricerca tesa alla funzionalità e all’eleganza, rimarrà per sempre un maestro e una grande fonte di ispirazione per tutti i designer contemporanei.