Dopo la prima guerra mondiale, all’inizio degli anni Venti, moltissimi afroamericani si spostarono dalle campagne del sud degli Stati Uniti verso i grandi centri urbani del nord, in particolare nel quartiere di Harlem, nella città di New York. Grazie a nuove opportunità e relative libertà si formò una comunità ricca di studiosi ed intellettuali, ma sopratutto fiera delle proprie radici e delle tradizioni acquisite nel nuovo continente. Su queste basi nacque il movimento dell’Harlem Renaissance, il quale racchiude al suo interno esponenti di tutte le discipline artistiche, dalla pittura alla scultura fino al teatro, alla danza e naturalmente alla musica. La produzione e l’influenza culturale di questo Rinascimento non rimase rinchiusa nei confini americani, ma ebbe una notevole diffusione internazionale, sopratutto in Europa, dove in quegli anni si era sviluppato un forte interesse per l’arte africana.
Gli anni Venti furono segnati dal benestare e dall’ottimismo, che permisero a questa comunità di espandersi e di riscattarsi socialmente. Lo sguardo sicuro e sereno tipico degli eleganti ritratti realizzati in quegli anni, dal fotografo James Van Der Zee, testimoniano il benessere e finalmente l’orgoglio del nuovo nero newyorkese. Per quanto riguarda la produzione pittorica, Aaron Douglas è stato sicuramente uno degli artisti che ha ottenuto maggiore successo. Douglas nei suoi dipinti unisce in modo straordinariamente originale le silhouette art déco e lo stile spigoloso, tipico dei precisionisti americani, alla rappresentazione del soggetto nero. Inoltre diventerà uno dei principali illustratori degli scrittori del movimento.
Molti di questi artisti erano sostenuti economicamente da privati, ma nel ’29, a causa della grande depressione la maggior parte di questi fondi vennero a mancare. Fortunatamente intervenne l’organizzazione pubblica della Works Progress Administration, la quale aiutò un considerevole numero di intellettuali, fra i quali spiccano Jacob Lawrence e Norman W. Lewis. Lawrence si ispirò moltissimo ai lavori di Douglas e passò gran parte del suo tempo a ricostruire le storie degli eroi della comunità nera. Integrando questo interesse per la storia ed il sociale con uno stile figurativo, caratterizzato da immagini semplici e variopinte, diede vita a delle opere che gli regalarono un notevole successo. Molte delle sue creazioni prenderanno la forma seriale proprio per raccontare al meglio le imprese e le vite dei personaggi che amava studiare. La sua realizzazione più importante fu “La migrazione del negro americano”, che attraverso sessanta piccoli quadri racconta appunto la Grande Migrazione afroamericana.
Lewis all’inizio della sua carriera aveva abbracciato uno stile figurativo stilizzato, molto simile a quello di tanti altri artisti neri, ma col tempo lo abbandonò per dare spazio alla propria personalità e in questo modo diventò l’unico espressionista astratto di origini africane. Il movimento ufficiale dell’Harlem Renaissance è terminato attorno alla metà degli anni Trenta, ma è inutile dire che le ideali che promuoveva continuarono a diffondersi per molto tempo. Dopo i drammatici avvenimenti legati alla seconda guerra mondiale e all’olocausto moltissimi pittori e scultori che seguivano ancora i precetti di questa corrente artistica abbandonarono i concetti legati strettamente alle differenze etniche e svilupparono la propria arte verso tematiche più universali, come la libertà e la necessità di redenzione.
Ciò che mi colpisce di più di queste queste opere è la nettezza e la vivacità del colore e personalmente penso che sia questa proprietà ad esprimere veramente quella intensa volontà di riscatto oltre alla felicità di potersi sentire finalmente orgogliosi della propria cultura e unicità.