Dentro la Primavera botticelliana

“La Primavera” è uno dei più bei dipinti di Sandro Botticelli e come ogni grande capolavoro che si rispetti nasconde dietro di sé molteplici aneddoti e interpretazioni, che cercherò di raggruppare in questo articolo.

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“La Primavera” di S. Botticelli
  1. Originariamente all’opera non era attribuito nessun titolo, tanto che negli inventari era semplicemente indicato come un quadro ligneo sul quale erano rappresentati nove personaggi. Il nome con il quale oggi è noto deriva in realtà dalle ultime parole della descrizione di Giorgio Vasari: “[…] et così un’altra Venere, che le Grazie la fioriscono dinotando la primavera”.
  2. L’anno della realizzazione de “La Primavera” è al centro di un vivace dibattito, in cui l’unico fatto certo è che l’opera debba risalire al periodo della collaborazione del suo autore con la famiglia de Medici (1477-1490). Fino a pochi anni fa si credeva che la datazione più corretta fosse il 1478, ossia poco prima che Botticelli partisse per Roma, ma oggi l’ipotesi più accreditata è quella dello storico Lightbrown, il quale ritiene che La Primavera sia stata creata subito dopo il rientro dalla capitale e quindi nel 1482.
  3. Sembrerebbe che i volti delle tre Grazie appartengano in realtà ad una sola modella, cioè la nobile Caterina Sforza, la quale, pochi anni dopo, sarebbe stata anche la protagonista della famosissima “Nascita di Venere”.
  4. La lettura del dipinto, al contrario della tradizione occidentale, va fatta da destra verso sinistra e questo è chiaro osservando la postura e l’orientamento dei nove personaggi.
  5. Tutti i personaggi all’interno della composizione appartengono al mondo della mitologia classica. Zefiro, il primo a destra, insegue Clori, la ninfa della terra, quest’ultima grazie all’unione con il vento diventerà poi Flora. La trasformazione viene suggerita grazie ai fiori che Botticelli fa passare dalla bocca della ninfa al grembo della dea. Al centro della composizione troviamo il tema dell’amore, strettamente collegato alla primavera e rappresentato da Venere e Cupido. Infine sulla parte sinistra mentre le tre Grazie danzano, Mercurio allontana le nuvole con il suo caduceo.
  6. Vi sono moltissimi livelli di interpretazioni riguardo il significato simbolico di questo dipinto a partire da quelli più specifici, legati alla storia, fino a quelli più generali legati alla filosofia e alla letteratura.
  7. Secondo le prime tesi il quadro sarebbe stata commissionato per festeggiare il matrimonio tra Lorenzo di Pierfrancesco de Medici (detto il Popolano), cugino del più noto Lorenzo il Magnifico, e Semiramide Appiani. Perciò il sentimento dell’amore diventa centrale ed rappresentato in tutte le sue sfaccettature, a partire dall’amore universale (Venere) e dall’amore humanus ossia il più elevato (Grazie) fino all’amor carnale (Zefiro-Clori-Flora). Inoltre i lineamenti dei novelli sposi sarebbero riconoscibili nel dio Mercurio e nella Grazia centrale.IMG_20170606_150808
  8. Nella cultura dell’epoca era molto usuale inserire dei riferimenti morali nelle opere artistiche e proprio per questo il tema fondamentale diventa l’etica. Perciò Venere rappresenta l’humanitas (l’insieme dei sentimenti più puri dell’uomo), le Grazie le azioni legate a quest’ultima, Mercurio la ragione e infine il gruppo Zefiro-Clori-Flora la primavera, intesa però come forza rigenerante. Le principali fonti alle quali Botticelli probabilmente si ispirò furono la filosofia neoplatonica, in particolare quella di Marsilio Ficino, e gli scritti del poeta Angelo Poliziano e degli autori classici Ovidio, Lucrezio e Apuleio.

Molti degli innumerevoli misteri e messaggi che si celano dietro “La Primavera” devono ancora essere svelati o confermati, in ogni caso quando ci si trova davanti a questo enorme capolavoro è difficile non esserne rapiti dall’incantevole bellezza. Per chiunque voglia andare ad ammirarla l’opera oggi è conservata presso la Galleria degli Uffizi a Firenze

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