Franz Marc: il mondo visto da occhi ferini

Franz Marc con le sue tele dava vita a delle finestre in grado di proiettare lo spettatore in un’altra dimensione, a stretto contatto col mondo animale. Forse è proprio per questo che riesce ancora, dopo quasi un secolo, a trasmettere emozioni così intense e pure. Marc nasce a Monaco nel 1880, dove in gioventù frequenta l’Accademia delle Belle Arti, ma ben presto la sua passione per la pittura viene affiancata da un nutrito interesse per la filosofia e la teologia. Nel 1903 compie il suo primo viaggio a Parigi, che si rivelerà fondamentale per la sua formazione artistica, nel mezzo di una moltitudine di impulsi e stimoli creativi verrà affascinato in particolare dal gruppo degli Impressionisti, dai quali prenderà l’interesse per l’ambiente e per un rapporto più immediato con la pratica pittorica.

Cane sdriato sulla neve Marc
“Cane sdraiato sulla neve”

Quattro anni dopo Marc deciderà nuovamente di recarsi verso la capitale francese, dove questa volta avrà l’occasione di conoscere da vicino le opere di Van Gogh. Quest’ultimo, ancora di più degli Impressionisti, aveva un’innata capacità di instaurare un forte legame emotivo con i suoi dipinti: le sue opere diventavano i veri e propri specchi della sua interiorità. Tutto ciò ispirò fortemente il giovane tedesco al punto che deciderà di basare la sua intera produzione sull’universo naturale, sul colore e soprattutto su una visione estremamente intima e personale. Nel “Cane sdraiato sulla neve” del 1910, le caratteristiche del suo stile sono già evidenti, seppur in condizioni embrionali. Al centro della composizione vi è un cane accucciato su un candido e soffice strato di neve, attorno a lui regnano la pace e il silenzio, che incoronano perfettamente una situazione dotata di una delicatezza primordiale. Marc è uno dei pochi artisti in grado di porre sullo stesso piano animale e uomo, al punto che osservando l’opera è quasi impossibile non lasciarsi travolgere dalla calma e dalla serenità espressa dal cane.

Poco tempo dopo l’artista sperimenterà un uso molto più creativo del colore, così lasciandosi influenzare da Gauguin e dai contemporanei Fauves, inizierà ad abbracciare un metodo il cui non si baserà più sulla mimesi, ma sui sentimenti e “I cavalli azzurri” del 1911 sono un esempio emblematico di questa evoluzione. Inoltre proprio in quest’opera si comincia a percepire un innovativo approccio alla forma, dove il tutto viene costruito attraverso semplici geometrie. Così sia i cavalli, che le colline retrostanti, vengono rappresentati attraverso la modulazione di cerchi di più o meno grandi dimensioni, solamente i tronchi e le foglie sul margine inferiore del dipinto, sono costituiti da linee pur sempre curve, ma slanciate. Marc era sempre molto attento all’ambiente artistico attorno a lui, tanto che nel momento in cui si svilupparono futurismo e cubismo inizierà a creare dipinti caratterizzati da segmenti e forme più spigolose e schematiche, mantenendo sempre però uno stile personale e fedele alla sua visione dell’ambiente naturale. Lui stesso spiegando il suo modo di intendere l’arte afferma “Cosa ha a che fare il capriolo con l’immagine del mondo che noi vediamo? […] Lo sente come “capriolo”, quindi il paesaggio deve essere “capriolo.” “Capriolo nel giardino di un monastero” (1912) è la tela al centro di questa spiegazione, le stesse geometrie che compongono l’animale sono riprese nella rappresentazione del paesaggio circostante.

Nel 1914 tutte le particolarità espressive di Marc hanno già raggiunto una certa maturità e questo è evidente in “Gli uccelli”, uno di quei quadri che secondo me è difficile da dimenticare, un vero e proprio agglomerato di colore e movimento. Il pittore riflettendo sulla natura degli uccelli decide di concentrarsi sulla loro proprietà fondamentale, ossia il volo, il risultato è una sorprendente fusione di sagome di corpi, battito di ali e di cangianti sfumature. La carriera di Franz Marc purtroppo si interromperà prestissimo e a soli 36 anni una granata porrà fine alla vita di un artista dal talento formidabile. Per chi fosse incuriosito svariate opere di questo autore sono custodite presso la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, Germania.

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