Il 15 Novembre di quest’anno andrà all’asta il Salvator Mundi, l’ultimo lavoro di Leonardo da Vinci rimasto in mani private. Quest’opera ha alle sue spalle una storia travagliata, piena di misteri e colpi di scena, come si addice d’altronde a gran parte dei capolavori leonardeschi. Il Salvator Mundi è un olio su tavola di dimensioni contenute (66x46cm) e databile tra il 1506 e il 1513. Nell’opera è raffigurato frontalmente Gesù Cristo, con la mano sinistra regge un globo di cristallo (simbolo del potere universale), mentre alza la destra in segno di benedizione.

Il dipinto fu realizzato molto probabilmente a Milano, sotto la commissione di Luigi XII, all’epoca re di Francia. Dopodiché le notizie svaniscono e riaffiorano continuamente, infatti del suo destino subito dopo il suo concepimento non si hanno moltissime informazioni, ma si sa che lungo il XVII secolo fu di proprietà di Carlo I Stuart, sovrano inglese, ed in base ai registri dei suoi possedimenti, scopriamo addirittura che si trovava appeso nelle stanze di Enrichetta Maria di Francia, nonché sua consorte e perciò regina di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Scompaiono nuovamente le tracce di quest’opera, fino al 1763, quando Charles Herbert Sheffield, figlio illegittimo di un duca inglese, la mise all’asta per la prima volta. Successivamente il Salvator Mundi è stato considerato perduto o distrutto, infatti non si aveva più nessunissima informazione riguardo questa leggendaria opera, rimaneva solamente descritta nei testi e rappresentata in alcune copie dei più fidati discepoli di Leonardo, ma niente di più. Tanto che nel 1958 Sotheby’s batte all’asta un Salvator Mundi di Bernardino Luini per la cifra irrisoria di 50$.


Ma se per caso non fosse veramente di Luini? Nel 2010 tra le mura della National Gallery di Londra viene sottoposto al giudizio di quattro rinomati studiosi d’arte rinascimentale e in particolare leonardesca (Carmen Bambach, Maria Teresa Fiorio, Martin Kemp e Pietro Marani). Il dipinto viene restaurato e sottoposto a diverse analisi incrociate, fra cui quella ai raggi X. Colpo di scena! Il dipinto viene attribuito all’unanimità al genio da Vinci e per di più l’anno successivo viene incluso in un’esposizione monografica, sempre organizzata negli spazi della National Gallery, dedicata appunto al suo vero autore. Dopo il successo della mostra e la sua incredibile vicenda viene sottoposto per la terza volta ad un’asta, inutile dire che l’offerta è stata di gran lunga maggiore rispetto ai 50$ del ’58 e ha infatti strappato dalle mani di un magnate russo 75 milioni di dollari.

Quest’anno, dopo tutte queste incredibili peripezie, il suo proprietario ha deciso di rimetterla sul mercato affidandone la vendita alla famosa casa d’aste Christie’s, la quale prevede di ricavarne all’incirca 100 milioni di dollari. Prima del fatidico giorno l’opera sarà sottoposta ad un tour di presentazione che farà tappa ad Hong Kong, San Francisco, Londra ed infine a New York dove si terrà l’asta vera e propria.
New York; 15/11/2017: save the date!
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