Barocco, barocco, barocco

Solitamente quando pensiamo al Barocco il nostro cervello tende a tradurlo con esagerato, imponente, sfarzoso. Come dargli torto? In effetti l’arte seicentesca è proprio così, ma viene naturale chiedersi: esattamente da dove deriva questo incontrollato bisogno di eccesso? Anche in questo caso, come succede molto spesso, quando si cerca una risposta nel campo delle arti, bisogna rivolgersi alla storia. Il XVI secolo aveva causato parecchi squilibri nella cultura europea, e in particolare in ambito religioso, a causa della riforma protestante, messa in atto da Martin Lutero, a seguito della pubblicazione delle famosissime 95 tesi contro la vendita delle indulgenze. La chiesa cattolica aveva senza dubbio subito un duro colpo, aveva perso moltissimi fedeli, ma soprattutto aveva perso il controllo su una bella fetta di Europa. Proprio per questo non poteva permettersi di rimanere impassibile e quindi decise di rispondere attraverso la cosiddetta Controriforma, una serie di provvedimenti stipulati durante il Concilio di Trento. Il Seicento, nato sotto le fortissime influenze della Controriforma, diventò il secolo del riscatto del cattolicesimo, un riscatto che avrebbe dovuto esprimersi i tutti i campi, non solo in quello prettamente religioso. L’arte all’epoca era senza dubbio il più potente mezzo di comunicazione e perciò era di primaria importanza che comunicasse i valori voluti dalla Controriforma.

L’estasi di Santa Teresa, Bernini
Apollo e Dafne, Bernini

La spettacolarità e la grandiosità erano senza dubbio dei mezzi potenti ed immediati per imporsi sugli animi dei cristiani, ma non furono gli unici, l’arte doveva puntare sulla trasmissione di emozioni e sentimenti, di conseguenza non doveva solo meravigliare, doveva anche (e soprattutto) commuovere e sedurre. Il Concilio di Trento era stato molto preciso nelle sue direttive, gli artisti dovevano prediligere i soggetti religiosi, connotandoli in modo tale da suscitare devozione e pietà nei cuori degli spettatori. Ciononostante non vennero mai a mancare i temi e i personaggi classici, anche se nella maggior parte dei casi non erano altro che dei pretesti per esprimere il carattere decorativo e sfarzoso del Barocco.

Le tre Grazie, Rubens
Compianto sul corpo di Cristo deposto, Rubens

Tutte queste particolarità non investirono solamente la pittura e la scultura, ma si estesero anche alla letteratura, alla musica e soprattutto all’architettura. In tutti i principali centri europei sorsero chiese maestose, decorate da innumerevoli statue, fregi, cornici e quant’altro, al punto che il carattere puramente scenografico spesso andava a sovrastare anche quello strutturale. Roma, per ovvi motivi, fu senza dubbio una delle città in cui si manifestò al meglio questa revisione architettonica, non si costruirono solo chiese, ma anche nuovi quartieri, strade, palazzi e fontane, con l’obiettivo di ripristinare l’immagine di potenza e di splendore dell’antichità. Forse però una delle più interessanti espressioni della magnificenza barocca la si trova nei giardini, questi divennero delle vere e proprie oasi di delizia e di ricchezza, in grado di agglomerare scultura, architettura, idraulica e naturalmente botanica. I giardini delle regge di Versailles e di Caserta ne sono due ottimi esempi.

Dettaglio del giardino della Reggia di Caserta
Karlskirche, Vienna

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