Henri de Toulouse-Lautrec al Mouline Rouge

Tutti gli ammiratori di Henri de Toulouse-Lautrec conoscono il suo carattere festaiolo e le sue assidue frequentazioni dei locali più in di Parigi, e sicuramente tra questi non si può non pensare al leggendario Moulin Rouge, inaugurato nel 1889. Intellettuali e artisti amavano esplorare questi ambienti, soprattutto perché consentivano loro di studiare e osservare moltissimi tipi umani, che diversamente dalla vita quotidiana, si comportavano liberamente, senza inibizioni, e interagivano tra loro trascurando le differenze sociali. Perciò anche per il nostro Toulose-Lautrec queste visite non consistevano solo in svago e divertimento, ma anche in attente indagini, che poi venivano tradotte in vere e proprie opere d’arte. In questa maniera è nato uno dei suoi più famosi capolavori: “Al Moulin Rouge”, un olio su tela (123×141 cm) realizzato tra il 1892 e l 1893 e conservato ora all’Art Institute di Chicago.

L’ambientazione di quest’opera è chiaramente una delle sale del Mouline Rouge, come si deduce dal titolo. In questo spazio interagiscono tra loro diversi personaggi, tra i quali si distinguono immediatamente alcuni gentiluomini, ben vestiti e probabilmente appartenenti all’alta borghesia, come gran parte della clientela abituale di questo genere di locali, e delle ballerine che all’occorrenza si trattengono con i frequentatori più facoltosi.

Non tutti questi personaggi però sono individui generici, alcuni hanno un’identità ben precisa, tra questi si possono riconoscere tre fra le più famose ragazze del Moulin Rouge di quei tempi: la Goulue (Golosa) ritratta di spalle, mentre si sistema l’acconciatura, la Macarona, una ballerina spagnola, vista frontalmente con un nastrino rosa al collo e un cappellino nero e arancione e Jane Avril, danzatrice e cantante, seduta a tavola di fronte alla Macarona e riconoscibile per la sua morbida massa di capelli rossi. Inoltre sullo sfondo del dipinto si intravedono i profili di due signori, uno più basso e uno molto più alto, ognuno indossa un cappotto invernale e un cappello proporzionato alla sua altezza. Questi due non sono altro che lo stesso autore del quadro (il più basso) e il suo affezionato cugino Tapié de Céleyran.

Per quanto riguarda le tematiche sono fortissimi i richiami ad alcuni dei più grandi impressionisti, in particolare Degas e Manet, l’ambientazione, le luci e gli specchi appesi alle pareti richiamano “Il bar delle Folies Bergère” (Manet, 1881-1882. Olio su tela, 96×130 cm. Londra, Courtauld Institute of Art) e “L’assenzio” (Degas, 1875-1876. Olio su tela, 92×68 cm. Parigi, Musée d’Orsay). Interessante da osservare è l’inquadratura che Toulouse-Lautrec decide di dare alla sua opere, anche in questo caso riprende un tratto distintivo di Degas, che attratto dall’attualissima invenzione del mezzo fotografico e dalla sua spontaneità, dona alle sue opere un taglio meno artefatto, così fa anche l’autore del dipinto che stiamo analizzando, e inserisce dei dettagli e dei personaggi, che entrano nel quadro solo parzialmente, proprio come se fossero stati catturati dall’immediatezza di uno scatto fotografico.

Questi dettagli però non sono stati introdotti a caso e infatti concorrono a creare uno schema geometrico ben definito caratterizzato da due diagonali, una derivante dal margine del bancone in legno, che occupa gran parte dell’angolo inferiore sinistro, e l’altra sovrapponibile al tavolino di marmo bianco messo in posizione perpendicolare al bancone. Anche i personaggi sono organizzati secondo un orientamento diagonale, che parte da destra, ossia dalla donna bionda in primo piano e che segue fino all’autoritratto dell’autore insieme al cugino. Per quanto riguarda l’aspetto cromatico abbiamo nuovamente dei riferimenti alla tradizione impressionista, rintracciabili negli accostamenti di colori complementari, nell’alternarsi di tonalità scure con dettagli decisamente più vivaci (come ad esempio i capelli rossi di Jane Avril) e infine nelle ombreggiature colorate, come quella verdastra che si nota sul volto della ballerina in primo piano, e che contrasta con i suoi riccioli biondi.

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