Chef, artisti, collezionisti

Negli ultimi anni la concezione della cucina e di chi vi sta dietro è cambiata parecchio.
Gli chef non sono più solo dei semplici addetti ai lavori, chiusi nelle loro cucine, sono diventati personaggi pubblici, che godono d’ammirazione e che racchiudono in loro molteplici sfaccettature: sono degli uomini d’affari, impegnati nel lavoro manageriale e nella pubblicità, sono costantemente sotto i riflettori e al centro di gossip, come delle rockstar, e infine grazie alla loro indubbia creatività sono ormai messi alla pari degli artisti. Il dialogo tra arte e cucina non è nuovo e di fatto più di qualche ristoratore nel corso degli anni ha barattato del buon cibo per dell’altrettanto buona arte. È questo il caso del ristorante provenzale “La Colombe d’Or”, al cui ingresso si trova l’iscrizione: “Qui li ospitiamo a piedi, a cavallo o con dipinti”. Il fondatore, Paul Roux, strinse amicizia con diversi grandi nomi del Novecento francese, Leger, Braque, Matisse e Picasso. Tutt’ora in questo locale giovani artisti offrono le loro tele come pagamento.

osteria francescana

Il rapporto chef-artista però oggi si è certamente evoluto, l’arte è fonte d’ispirazione per originalità ed estetica, esempio lampante di tutto ciò è Pierre Gagnaire, chef rinomato, oltre che proprietario di numerosi ristoranti, che quando è in cerca d’ispirazione si mette a passeggiare tra le sale delle più famose gallerie d’arte di tutto il mondo. Gagnaire è stato anche uno dei primi a collezionare fotografie d’autore che ritraggono il cibo, emblematico infine il nome del suo ristorante londinese: “Sketch” (schizzo). In molti casi sono gli stessi chef, e non degli arredatori, che si occupano dell’acquisto e della cura delle opere presenti tra i tavoli dei loro ristoranti, perciò risulta interessante osservare il rapporto naturale che si crea tra menù, tele, sculture, installazioni e quant’altro.

Please always credit “Ed Reeve”

Uno chef che prende dichiaratamente ispirazione dalla scena artistica è l’italiano Massimo Bottura. Quest’ultimo grazie alla moglie, Lara Gilmore, ha iniziato ad amare la produzione contemporanea, al punto che l’arte sembra essere la chiave di volta della sua cucina. Si dice che il suo spirito eccentrico ed innovatore sia stato scatenato da una visita alla Biennale di Venezia e in particolare da una provocatoria installazione di Maurizio Cattelan, autore che insieme a Mario Schifano, Joseph Beuys e molti altri, fa parte della nutrita collezione dello chef, in parte conservata tra le pareti della sua abitazione e in parte visibile alla celeberrima Osteria Francescana.

hirst hix

Nella nostra cultura però l’arte, come la cucina, è diventata un simbolo di status sociale e anche per questo motivo il loro legame è vincente. Ci sono locali che fanno concorrenza a gallerie d’arte, al punto che la loro proposta culinaria non risulta più l’unica attrattiva per i visitatori. Esempi di tutto ciò sono i ristoranti targati Mark Hix, che accolgono alcune opere dei più famosi e quotati artisti contemporanei, tra i quali spicca particolarmente Damien Hirst. Hix e Hirst hanno stretto una proficuo rapporto, lo chef ha più volte commissionato opere appositamente pensate per il suo ristorante all’artista, e Hirst dal canto suo si è appoggiato proprio a Hix per l’apertura dei suoi due ristoranti entrambi battezzati col nome di “Pharmacy”.

pharmacy hirst

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